Esame posturale

Eseguire una visita posturale quale strumento preventivo e curativo ritengo che sia una scelta oculata e doverosa che ogni team addetto alla riabilitazione perineale deve conoscere per curare e prevenire molte problematiche perineali. L’area perineale femminile è interessata in modo significativo da tutti i cambiamenti che avvengono durante il ciclo di vita del corpo della donna: pubertà, età fertile, gravidanza, parto, puerperio, allattamento, climaterio. Una normale statica pelvica e una regolare funzione vescico – sfinterica, retto – anale e sessuale sono determinate dall’armonia integrata di diverse strutture locali, distrettuali e d’interazione centrale. L’alterazione di questa attività integrata può determinare il verificarsi di problemi, quali per esempio il prolasso genitale e rettale, l’incontinenza urinaria e fecale o il dolore pelvico cronico, che necessitano di un approccio globale per essere prevenuti e curati.

Durante la gravidanza e il parto possono verificarsi alterazioni della statica pelvica con conseguenti turbe vescico – sfinteriche. Poiché le patologie uro-ginecologiche/proctologiche/ sessuologiche/posturali e del pavimento pelvico rappresentano un problema sia in termini di sofferenza della paziente che di costi sociali ed economici, è sempre più necessario approfondire e diffondere le conoscenze relative alle alterazioni anatomo -funzionali dell’area perineale e le possibili strategie per prevenire e/o mitigare tali danni. In questo senso, il ruolo dell’ostetrica è fondamentale per la salvaguardia di quest’area che può essere attuata attraverso interventi di tipo preventivo, informativo-educativo e curativo da svilupparsi nell’arco delle fasi principali: durante la gravidanza (percorso nascita), il parto e il puerperio e la menopausa.

LA POSTURA

Si può definire la postura come una forma individualizzata di relazione tra distinte componenti del corpo, come il tronco, la testa e le estremità; questo tipo di posizione porta il nome di postura statica. Analizzando la posizione sotto l’azione della forza di gravità, il comportamento posturale si definisce come la ricerca di equilibrio tra gravità e risposta muscolare quale risultato della sua azione; è quella che si può definire postura dinamica (Barone et al., 1974;  Gagey, 1993). La postura è l’espressione funzionale del nostro corpo e cambia nel corso della vita principalmente a causa di due fattori: il primo è il normale processo di sviluppo del corpo durante le varie fasi della crescita, il secondo è dovuto ad adattamenti e compensazioni che si creano durante la vita. La postura corretta consente economia energetica, assenza di dolore e garantisce rapporti scheletrici armoniosi con oscillazioni ridotte del baricentro rispetto alla base d’appoggio.

L’ESAME POSTURALE

Le valutazioni morfologiche, posturali/osteopatiche, comprese quelle craniali e viscerali, forniscono dati importanti al terapeuta per valutare visivamente l’assetto posturale del  paziente, al fine di stabilire la sua posizione rispetto alla posizione ideale (fattore importante che deve essere assolutamente  considerato, a maggior ragione in una donna in gravidanza), evidenziando situazioni che potrebbero compromettere il recupero funzionale del diaframma pelvico.  L’esame posturale implica un’osservazione delle eventuali restrizioni di mobilità che condizionano il corpo e che si riflettono sulla postura complessiva. L’esame obiettivo comprende l’analisi del passo, la valutazione della postura e i test funzionali.

La posizione ideale va verificata sui tre piani

  1. il piano sagittale (i segmenti del corpo saranno o flessi o estesi);
  2. il piano frontale (i segmenti del corpo saranno addotti, abdotti, inclinati in convessità • O in concavità, sollevati o abbassati);
  3. il piano orizzontale o trasversale (i segmenti del corpo ruotano. Bascule)

Si esamina il tono muscolare notando la posizione reciproca dei componenti scheletrici, apprezzando la resistenza che i muscoli oppongono al proprio stiramento e osservando le modificazioni. Una prima valutazione clinica posturale completa permetterà di percepire la forma e la mobilità del bacino della paziente attraverso una serie di test:

Test biomeccanici posturali

Il Test di Funzionalità Eretta (TFE) e Test di Flessione Seduta (TES). I test funzionali posturali sono utilizzati in osteopatia per valutare la biomeccanica del bacino e stabilire se tra l’iliaca e il sacro esiste un movimento solidale indice di una restrizione di mobilità ileo-sacrale o sacro-iliaco. Il TFE permette di stabilire se esiste movimento solidale tra iliaca e sacro. In caso di positività non è consentito all’iliaca il basculamento che le permetterebbe, potendosi “sganciare”, di assumere posizioni differenti. Questo test fornisce indicazioni generiche circa l’aspetto disfunzionale meccanico: le informazioni sono rilevate dalla differenza di risalita tra le spine ischiatiche postero-superiori (SIPS) dei due lati durante una flessione del busto in avanti: più il movimento di risalita della spina tarderà a verificarsi, maggiormente l’ASI sarà svincolata. L’esame viene eseguito con la paziente in posizione eretta (senza calzature), con l’apertura dell’appoggio podalico a piombo sotto gli ischi, il peso equamente distribuito su entrambi gli arti inferiori ed i talloni appoggiati al suolo.

L’esaminatore palpa bilateralmente la porzione inferiore delle SIPS, appoggia i pollici sui punti di repere mantenendo il riferimento durante il movimento. La donna, con le braccia rilasciate lungo i fianchi e il mento sullo sterno, esegue un movimento di flessione in avanti mantenendo gli arti inferiori tesi, fino alla massima flessione possibile. L’operatore durante la flessione valuta la simmetria del movimento delle SIPS che dovrebbe essere omogeneo da entrambi i lati in direzione alto-avanti, in caso contrario si evidenzia da quale lato si verifica una differente risalita: un movimento di ascesa più rapido indica un’articolazione sacro-iliaca vincolata. L’asimmetria del movimento è presente in tutti i problemi d’ipomobilità unilaterale dell’articolazione sacro-iliaca e dell’anca. Questo test consente di individuare da quale lato c’è una disfunzione meccanica di tipo ascendente.

Il TFS consente di escludere l’influenza del carico gravitario e di stabilire se la disfunzione deriva da un problema discendente (testa, rachide, sacro). L’esame prevede che la paziente venga fatta sedere su uno sgabello che consenta l’appoggio completo dei piedi a terra con flessione di anca e ginocchio ad angolo retto e talloni divaricati quanto basta per effettuare una flessione del busto in avanti tra le ginocchia. Si mantengono come punti di repere le SIPS; la paziente, con le mani incrociate dietro la nuca e mento sullo sterno, esegue una flessione avanti, mentre l’esaminatore osserva la dinamica a livello della SIPS. La valutazione della positività è fatta come il TFE. Nel caso in cui si trovino problemi ascendenti e discendenti, si valuta il test che ha dato una maggiore positività. Il Test di Flessione si effettua contemporaneamente al TFE e consente di valutare l’esistenza di una restrizione di movimento a livello sacro-iliaco. Si valuta il livello di discesa la difficoltà a toccare terra è sicuramente indicatore dell’esistenza di una limitazione articolare. In contemporanea questo test consente di valutare visivamente lo sviluppo armonioso della curva in tutti i suoi tratti, dorsale e lombare e la presenza di ipomobilità vertebrale.

Quando si individuano alterazioni posturali tali da rischiare di compromettere la statica pelvica ( IUS Descensus  pelvico ) l’ostetrica, che attua la valutazione posturale e che verifica la presenza di eventuali complicazioni, propone alla donna una visita specialistica (osteopata) al fine di attuare, nel breve periodo, il trattamento finalizzato ad un miglioramento dei sintomi  e nel lungo periodo al benessere generale della persona

TEST MOBILITÀ

TFE

Test di flessione in piedi (pollici montanti)

Positività indica una priorità ascendente

1)    Iliaca in anteriorità SIAS più bassa SIAP più alta

2)    Arto inferiore più lungo (sospetta rotazione interna dell’anca)

3)    Bacino in anti-versione

TECNICA CORRETTIVA MIOTENSIVA

Tecnica che usa il grade Gluteo come retroversione del bacino

A ginocchio esteso si usano gli ischio crurali

Obiettivo

Recuperare la retroversione del bacino, rinforzare i glutei e allungare

gli ischio-crurali

AUTO POSTURE

Posture di allungamento dei gruppi muscolari:

Adduttori ed estensori d’anca

ILIACA IN POSTERIORITA’

Dall’osservazione si avrà

  • SIAS più alta
  • SIPS più bassa
  • Arto inferiore più corto in rotazione esterna e bacino in retroversione

TECNICA CORRETTIVA MIOTENSIVA

Viene utilizzato l’iliaco come antiversione del bacino

AUTO POSTURE

Priorità Discendente

  1. Valutazione Diaframma
  2. Diaframma inspirato /espirato

Disfunzione Inpiratoria

Centro frenico favorito in ispirazione (abbassamento), l’operatore  “ guadagna ad ogni atto espiratorio”

Disfunzione Espiratoria

Centro frenico favorito in espirazione, l’operatore dopo successivi “guadagni” in espirazione richiede apnea espiratoria e inspirazione di grande ampiezza.

BIBLIOGRAFIA

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